martedì 31 gennaio 2012

Gli stili di attaccamento: dall'infanzia alla vita di coppia


In netto contrasto con le teorie freudiane, verso la metà degli anni '50, John Bowlby introdusse il concetto di attaccamento come un bisogno primario, geneticamente determinato, la cui funzione è garantire la crescita e la sopravvivenza biologica e psicologica del bambino.
Bowlby ha dedicato gli anni dal 1964 al 1979 alla stesura della sua imponente trilogia: Attaccamento (1969), Separazione (1973) e Perdita (1980). Secondo questo modello, le interazioni madre-bambino strutturano ed influenzano le modalità relazionali ed affettive della vita adulta.
In linea con le teorie Bowlbiane, pochi anni più tardi, Mary Ainsworth, elaborò una situazione sperimentale che permettesse di identificare i diversi tipi di attaccamento tra madre e figlio . La situazione, denominata "Strange Situation" era suddivisa in otto episodi, ciascuno della durata di tre minuti, dove il bambino veniva sottoposto a situazioni potenzialmente generatrici di "stress relazionale" nelle quali veniva lasciato da solo con un'estranea per osservarne il comportamento nelle fasi di attaccamento, separazione e riunione.
Va detto che il normale processo di attaccamento si struttura entro i primi 8 mesi di vita, per risolversi completamente entro il secondo anno; l’indicatore per eccellenza che permette di definire il legame di attaccamento stabilito, si identifica nell’angoscia da separazione.
L'osservazione delle diverse fasi della strange situation, ha permessoa Mary Ainworth di individuare 4 tipologie di attaccamento che legano la madre e il bambino:
ATTACCAMENTO SICURO: il bambino sa che nella figura accudente ha un “porto” sicuro dal quale si può allontanare per esplorare il mondo e al quale può far ritorno in qualunque momento. La figura accudente si è dimostrata sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede. Le relazioni interpersonali future in generale saranno improntate sul rispetto di sé e dell’altro.
ATTACCAMENTO INSICURO EVITANTE: il bambino non piange al momento della separazione e tende ad evitare la figura di attaccamento al momento del ricongiungimento. Questi bambini hanno adottato la strategia di esprimere poco i propri bisogni per evitare risposte negative o inefficaci da parte della figura di accudimento. L’osservazione in ambiente domestico ha dimostrato che queste madri rifiutavano in maniera evidente il comportamento d’attaccamento allontanando sempre il bambino quando questi cercava di avvicinarsi. In età adulta le relazioni saranno sempre prive di un totale coinvolgimento, preferirà evitare i conflitti o le altre manifestazioni emozionali e rapidamente si sentirà intrappolato o annoiato dalla relazione.
ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE: è caratterizzato dalla protesta molto angosciata alla separazione, che non viene eliminata con il ricongiungimento. Inibito nel gioco, il bambino tende ad alternare rabbia ed accondiscendenza verso una figura di attaccamento percepita come imprevedibile. Nelle relazioni interpersonali il soggetto sarà in balia spesso dell’impulso e sovente sminuirà il proprio sé, con sentimenti di sfiducia circa le proprie capacità.
ATTACCAMENTO “DISORGANIZZATO”: il bambino mette in atto dei comportamenti stereotipici, ed è sorpreso/stupefatto quando la madre si allontana, può mostrare reazioni completamente opposte nello stesso breve lasso di tempo di fronte a situazioni stressanti.
Da quando e apparso chiaro che le esperienze di relazione nell'infanzia influenzano lo stile di personalità e di relazione nell'età adulta, C. George, N. Kaplan e M. Main (1985) hanno elaborato un questionario semistrutturato: la Adult Attachment Interview (AAI), nel corso della quale viene chiesto ai partecipanti di descrivere e di valutare le relazioni di attaccamento nell'infanzia, la perdita di figure di attaccamento, le separazioni da tali figure e gli effetti di queste esperienze sul loro sviluppo e sulla loro personalità.
Sulla base della ricerca sono stati identificati 4 prototipi di stili di attaccamento adulto, correlati con gli altrettanti stili infantili:
sicuro, preoccupato, distanziante e timoroso.
STILE SICURO: i soggetti vengono classificati come Autonomi o Sicuri (categoria F -Free) quando le loro risposte risultano chiare, rilevanti e ragionevolmente succinte; nel corso dell’intervista essi appaiono liberi di esplorare i propri pensieri e sentimenti relativi alle esperienze di attaccamento, e si mostrano consapevoli degli effetti che esse hanno avuto sul loro attuale stato. Il modello positivo dell’individuo sicuro lo porta ad avere una grande fiducia in se stesso ed un grande apprezzamento degli altri, dai quali viene considerato come tipo positivo. Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate da intimità, rispetto, apertura emotiva ed i conflitti con il partner si risolvono in maniera costruttiva.
STILE PREOCCUPATO: i soggetti vengono classificati preoccupati (categoria E - Entangled o Preoccupied) se manifestano un coinvolgimento confuso, passivo o arrabbiato rispetto alle figure di attaccamento, dal quale è possibile evincere la presenza di un invischiamento nell’ambito delle relazioni familiari che continua ad agire sul loro attuale stato mentale. Lo stile preoccupato è assimilabile allo stile insicuro ansioso ambivalente (Ainsworth) che comprende un modello di Sé negativo e dell’altro positivo con una bassa autostima tendente alla dipendenza del giudizio degli altri. Le sue relazioni sentimentali sono costellate di passione, rabbia, gelosia e ossessività. Tende ad iniziare i conflitti con il partner rimandando, però, la rottura del legame.
STILE DISTANZIANTE: l’elemento comune dei soggetti che vengono considerati Distanzianti (categoria Ds - Dismissing) è rappresentato da una particolare organizzazione di pensiero che permette loro di tenere l’attaccamente relativamente disattivato; vengono classificati in questa categoria i soggetti le cui descrizioni dei genitori appaiono altamente positive (idealizzazione delle figure genitoriali), senza tuttavia che tali descrizioni risultino supportate da specifici episodi della loro infanzia (che possono invece porsi in aperta contraddizione con esse). Svaluta l’importanza delle relazioni e sottolinea l’importanza dell’indipendenza, della libertà e dell’affermazione. Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate dalla mancanza dell’intimità, tendendo a non mostrare affetto nelle relazioni. Preferisce evitare i conflitti e si sente rapidamente intrappolato o annoiato.
STILE TIMOROSO-EVITANTE: è assimilabile allo stile disorientato-disorganizzato (Ainsworth). Modello di Sé negativo, dell’Altro negativo. Il modello negativo che l’individuo timoroso-evitante ha di se stesso lo porta ad avere bassa autostima e molte incertezze verso se stesso e verso gli altri. Il modello negativo che ha dell’altro lo porta ad evitare le richieste d’aiuto, evita i conflitti ed ha difficoltà a fidarsi degli altri. È difficile trovarlo coinvolto in una relazione sentimentale e quando vi si trova assume un ruolo passivo. In tali relazioni è dipendente ed insicuro. Tende a colpevolizzarsi per i problemi di coppia ed ha difficoltà a comunicare apertamente e a mostrare i sentimenti al partner.
I risultati delle ricerche sull’attaccamento di coppia mostrano come i modelli operativi interni siano per lo più stabili, per cui la relazione primaria madre-bambino rappresenta tendenzialmente il prototipo delle future relazioni d’amore; persino l’incontro con il partner e il tipo di legame che si costruisce è tutt’altro che casuale, bensì una scelta che si orienta e si concretizza sulla base delle esperienze di attaccamento di ciascuno.
In linea generale, si può osservare che le persone sicure preferiscono tendenzialmente una relazione affettiva con chi è altrettanto sicuro e pertanto in grado di rispondere in maniera adeguata ai suoi bisogni emotivi, le persone disorganizzate sono invece vittime della loro incoerenza e instabilità e difficilmente riescono ad essere accettati come partner sentimentali, se non da chi abbia le stesse o simili caratteristiche. Le persone distanzianti tenderanno anch’esse a scegliere persone a loro simili, ma il loro rapporto ha buone possibilità di mantenersi stabile, data la comune esigenza di mantenere le distanze e un minimo coinvolgimento. Al contrario, le persone insicure evitanti troveranno grandi difficoltà di tenuta di coppia a causa del loro bisogno di invischiamento e delle caratteristiche esplosioni di rabbia.
Alcune ricerche più recenti hanno evidenziato come le strategie di attaccamento possano andare incontro, nel corso dello sviluppo individuale, a riorganizzazioni e a trasformazioni evolutive anche ampie e significative, riconducibili sia ai meccanismi di crescita e di maturazione cognitiva che alla disponibilità di nuove significative esperienze di attaccamento.