In
netto contrasto con le teorie freudiane, verso la metà degli anni
'50, John Bowlby introdusse il concetto di attaccamento come un
bisogno primario, geneticamente determinato, la cui funzione è
garantire la crescita e la sopravvivenza biologica e psicologica del
bambino.
Bowlby
ha dedicato gli anni dal 1964 al 1979 alla stesura della sua
imponente trilogia: Attaccamento (1969), Separazione (1973) e Perdita
(1980). Secondo questo modello, le interazioni madre-bambino
strutturano ed influenzano le modalità relazionali ed affettive
della vita adulta.
In linea con le teorie
Bowlbiane, pochi anni più tardi, Mary Ainsworth, elaborò una situazione sperimentale che permettesse di identificare
i diversi tipi di attaccamento tra madre e figlio . La situazione,
denominata "Strange Situation"
era
suddivisa in otto episodi, ciascuno della durata di tre minuti, dove
il bambino veniva sottoposto a situazioni potenzialmente generatrici
di "stress relazionale" nelle quali veniva lasciato da solo
con un'estranea per osservarne il comportamento nelle
fasi di attaccamento, separazione e riunione.
Va
detto che il normale processo di attaccamento si struttura entro i
primi 8 mesi di vita, per risolversi completamente entro il secondo
anno; l’indicatore per eccellenza che permette di definire il
legame di attaccamento stabilito, si identifica nell’angoscia da
separazione.
L'osservazione
delle diverse fasi della strange
situation,
ha permessoa Mary Ainworth di individuare 4 tipologie di
attaccamento che legano la madre e il bambino:
ATTACCAMENTO
SICURO: il bambino sa che nella figura accudente ha un “porto”
sicuro dal quale si può allontanare per esplorare il mondo e al
quale può far ritorno in qualunque momento. La figura accudente si è
dimostrata sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a
dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede. Le
relazioni interpersonali future in generale saranno improntate sul
rispetto di sé e dell’altro.
ATTACCAMENTO
INSICURO EVITANTE: il bambino non piange al momento della
separazione e tende ad evitare la figura di attaccamento al momento
del ricongiungimento. Questi bambini hanno adottato la strategia di
esprimere poco i propri bisogni per evitare risposte negative o
inefficaci da parte della figura di accudimento.
L’osservazione in ambiente domestico ha dimostrato che
queste madri rifiutavano in maniera evidente il comportamento
d’attaccamento allontanando sempre il bambino quando questi cercava
di avvicinarsi. In età adulta le relazioni saranno sempre prive di
un totale coinvolgimento, preferirà evitare i conflitti o le altre
manifestazioni emozionali e rapidamente si sentirà intrappolato o
annoiato dalla relazione.
ATTACCAMENTO
INSICURO AMBIVALENTE: è caratterizzato dalla protesta molto
angosciata alla separazione, che non viene eliminata con il
ricongiungimento. Inibito nel gioco, il bambino tende ad alternare
rabbia ed accondiscendenza verso una figura di attaccamento percepita
come imprevedibile. Nelle relazioni interpersonali il soggetto sarà
in balia spesso dell’impulso e sovente sminuirà il proprio sé,
con sentimenti di sfiducia circa le proprie capacità.
ATTACCAMENTO
“DISORGANIZZATO”:
il bambino mette in atto dei comportamenti stereotipici, ed è
sorpreso/stupefatto quando la madre si allontana, può mostrare
reazioni completamente opposte nello stesso breve lasso di tempo di
fronte a situazioni stressanti.
Da
quando e apparso chiaro che le esperienze di relazione nell'infanzia
influenzano lo stile di personalità e di relazione nell'età adulta,
C. George, N. Kaplan e M. Main (1985) hanno elaborato un questionario
semistrutturato: la Adult Attachment Interview (AAI),
nel
corso della quale viene chiesto ai partecipanti di descrivere e di
valutare le relazioni di attaccamento nell'infanzia, la perdita di
figure di attaccamento, le separazioni da tali figure e gli effetti
di queste esperienze sul loro sviluppo e sulla loro
personalità.
Sulla base della ricerca sono stati identificati 4 prototipi di stili di attaccamento adulto, correlati con gli altrettanti stili infantili: sicuro, preoccupato, distanziante e timoroso.
Sulla base della ricerca sono stati identificati 4 prototipi di stili di attaccamento adulto, correlati con gli altrettanti stili infantili: sicuro, preoccupato, distanziante e timoroso.
STILE
SICURO:
i soggetti vengono classificati come Autonomi o Sicuri (categoria F
-Free) quando le loro risposte risultano chiare, rilevanti e
ragionevolmente succinte; nel corso dell’intervista essi appaiono
liberi di esplorare i propri pensieri e sentimenti relativi alle
esperienze di attaccamento, e si mostrano consapevoli degli effetti
che esse hanno avuto sul loro attuale stato. Il modello positivo
dell’individuo sicuro lo porta ad avere una grande fiducia in se
stesso ed un grande apprezzamento degli altri, dai quali viene
considerato come tipo positivo.
Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate da intimità,
rispetto, apertura emotiva ed i conflitti con il partner si risolvono
in maniera costruttiva.
STILE
PREOCCUPATO:
i soggetti vengono classificati preoccupati (categoria E - Entangled
o Preoccupied) se manifestano un coinvolgimento confuso, passivo o
arrabbiato rispetto alle figure di attaccamento, dal quale è
possibile evincere la presenza di un invischiamento nell’ambito
delle relazioni familiari che continua ad agire sul loro attuale
stato mentale. Lo stile preoccupato è assimilabile allo stile
insicuro ansioso ambivalente (Ainsworth) che comprende un modello di
Sé negativo e dell’altro positivo con una bassa autostima tendente
alla dipendenza del giudizio degli altri. Le
sue relazioni sentimentali sono costellate di passione, rabbia,
gelosia e ossessività.
Tende ad iniziare i conflitti con il partner rimandando, però, la
rottura del legame.
STILE
DISTANZIANTE:
l’elemento comune dei soggetti che vengono considerati Distanzianti
(categoria Ds - Dismissing) è rappresentato da una particolare
organizzazione di pensiero che permette loro di tenere l’attaccamente
relativamente disattivato; vengono classificati in questa categoria i
soggetti le cui descrizioni dei genitori appaiono altamente positive
(idealizzazione delle figure genitoriali), senza tuttavia che tali
descrizioni risultino supportate da specifici episodi della loro
infanzia (che possono invece porsi in aperta contraddizione con
esse). Svaluta l’importanza delle relazioni e sottolinea
l’importanza dell’indipendenza, della libertà e
dell’affermazione. Le
sue relazioni di coppia sono caratterizzate dalla mancanza
dell’intimità, tendendo a non mostrare affetto nelle relazioni.
Preferisce
evitare i conflitti e si sente rapidamente intrappolato o annoiato.
STILE
TIMOROSO-EVITANTE:
è assimilabile allo stile disorientato-disorganizzato (Ainsworth).
Modello di Sé negativo, dell’Altro negativo. Il modello negativo
che l’individuo timoroso-evitante ha di se stesso lo porta ad avere
bassa autostima e molte incertezze verso se stesso e verso gli altri.
Il modello negativo che ha dell’altro lo porta ad evitare le
richieste d’aiuto, evita i conflitti ed ha difficoltà a fidarsi
degli altri. È
difficile trovarlo coinvolto in una relazione sentimentale e quando
vi si trova assume un ruolo passivo. In
tali relazioni è dipendente ed insicuro. Tende a colpevolizzarsi per
i problemi di coppia ed ha difficoltà a comunicare apertamente e a
mostrare i sentimenti al partner.
I
risultati delle ricerche sull’attaccamento di coppia mostrano come
i modelli operativi interni siano per lo più stabili, per cui la
relazione primaria madre-bambino rappresenta tendenzialmente il
prototipo delle future relazioni d’amore; persino l’incontro con
il partner e il tipo di legame che si costruisce è tutt’altro che
casuale, bensì una scelta che si orienta e si concretizza sulla base
delle esperienze di attaccamento di ciascuno.
In
linea generale, si può osservare che le persone sicure preferiscono
tendenzialmente una relazione affettiva con chi è altrettanto sicuro
e pertanto in grado di rispondere in maniera adeguata ai suoi bisogni
emotivi, le persone disorganizzate sono invece vittime della loro
incoerenza e instabilità e difficilmente riescono ad essere
accettati come partner sentimentali, se non da chi abbia le stesse o
simili caratteristiche. Le persone distanzianti tenderanno
anch’esse a scegliere persone a loro simili, ma il loro rapporto ha
buone possibilità di mantenersi stabile, data la comune esigenza di
mantenere le distanze e un minimo coinvolgimento. Al contrario, le
persone insicure evitanti troveranno grandi difficoltà di tenuta di
coppia a causa del loro bisogno di invischiamento e delle
caratteristiche esplosioni di rabbia.
Alcune
ricerche più recenti hanno evidenziato come le strategie di
attaccamento possano andare incontro, nel corso dello sviluppo
individuale, a riorganizzazioni e a trasformazioni evolutive anche
ampie e significative, riconducibili sia ai meccanismi di crescita e
di maturazione cognitiva che alla disponibilità di nuove
significative esperienze di attaccamento.