mercoledì 17 luglio 2013

STERNBERG E L'AMORE PERFETTO

Mi sono imbattuta per caso in una interessante e alquanto recente teoria proposta da Robert Sternberg che riguarda l'amore, non so dire esattamente quanto possa essere realistica o completa, ma di certo la sua semplicità la rende affascinante almeno quanto basta per meritare un approfondimento ed una discussione.
Robert Sternberg (New Jersey, 8 dicembre 1949) è uno psicologo statunitense considerato uno dei maggiori studiosi dell'intelligenza e dello sviluppo cognitivo, ma dopo aver elaborato e consolidato la teoria del modello tripartitico dell'intelligenza, fra il 1986 e il 1988 ha proposto un modello trifasico anche nelle relazioni affettive
Secondo questo autore l'amore deve essere composto da tre funzioni primarie: passione, intimità ed impegno. La passione riguarda essenzialmente il dato fisico-reazionale e si identifica nell'attrazione fisica che porta l'avvicinamento di due persone, l'intimità riguarda invece la componente emotiva e si traduce in sentimenti di vicinanza, di sostegno emotivo e di condivisione. Infine l'impegno, nell'ottica di Sternberg, corrisponde alla componente cognitiva e rappresenta la volontà di costruire e mantenere in vita un rapporto duraturo.
Dall'interazione di questi tre elementi emergono 8 tipologie amorose:

  1. La prima è "l’assenza di amore": tutte e tre le componenti mancano; è la situazione della grande maggioranza delle nostre relazioni personali, casuali o funzionali.
  2. Il secondo tipo è la "simpatia". C’è solo l’intimità, ci si riferisce ai sentimenti che si provano in una autentica amicizia e comporta vicinanza o calore umano, ma non sentimenti forti di passione e di impegno.
  3. Il terzo tipo è "l’infatuazione": quando c’è solo la passione. Quell’amore a prima vista che può nascere all’istante e svanire con la stessa rapidità. Vi interviene una intensa eccitazione fisiologica, ma senza intimità o impegno.
  4. "L’amore vuoto" è il quarto tipo di relazione, dove l’impegno è privo di intimità e di passione: tutto quello che rimane è l’impegno a restare insieme.
  5. "L’amore romantico" è una combinazione di intimità e di passione. Più di una infatuazione, è vicinanza e simpatia, con l’aggiunta dell’attrazione fisica e dell’eccitazione, ma senza l’impegno.
  6. "Amore fatuo" è quello che comporta la passione e l’impegno, ma senza intimità, ma dato che l’intimità ha bisogno di tempo per svilupparsi, manca il nucleo emotivo su cui può reggersi l’impegno.
  7. "Sodalizio d’amore" è chiamato un rapporto d’intimità e impegno reciproco, ma senza passione. E’ come un’amicizia destinata a durare nel tempo.
  8. Infine quando tutti e tre gli elementi si combinano in una relazione, abbiamo quello che Sternberg chiama "amore perfetto o completo".

Il dato affascinante di questa teoria è la sua dinamicità nella combinazione dei tre elementi. E' intuitivo che mentre la passione è una componente immediata e non gestibile razionalmente, l'intimità e l'impegno hanno un decorso più lento e sono totalmente gestibili su un piano prettamente cognitivo. L'equilibrio dei tre dipende quindi da fattori in continuo mutamento e mentre è chiaro che per mantenere un rapporto “perfetto” debbano essere presente tutti, non ne si chiariscono le dosi.
Personalmente ritengo che l'abilità “dell'equilibrista” sia proprio nel capire la necessità del momento. E' come se ogni coppia possedesse un vaso che in qualsiasi momento deve essere pieno: è ovvio che nei primi tempi esso si riempirà di più passione, per poi lentamente riassestare i suoi equilibri fino ad un prevalere di intimità ed impegno.
Tutto si svolge in un continuo divenire pertanto, quello che Sternberg identifica come “amore perfetto”, in realtà può durare anche solo pochi istanti ed è inevitabile a questo punto chiedersi se e come sia possibile fare in modo che l'equilibrio si mantenga perfetto mutando continuamente gli elementi che lo compongono.

Potrebbe essere rivelatore colorare il lati del triangolo con i colori corrispondenti per capire a che punto si trova il nostro rapporto e quanto è distante dall'ideale di perfezione sternberghiano.