domenica 1 maggio 2011

La personalità narcisista


Come si diceva la volta scorsa (http://psicochiacchiere.blogspot.it/2011_04_01_archive.html), spesso, il partner della persona “affettivamente dipendente” soffre a sua volta di qualche tipo di dipendenza o disagio che non lo rende in grado di vivere un amore maturo ed impedisce ad entrambi di realizzarsi all'interno di una vita di coppia. Generalmente sono persone incapaci di esprimere affetto, che ricercano ammirazione e gratificazione incondizionate: caratteristiche peculiari della personalità narcisista. Il carattere narcisista e quello dipendente si attraggono e si ricercano vicendevolmente poiché la realizzazione di bisogni inconsci così complementari rende queste due personalità perfettamente compatibili.
Dal punto di vista psicodiagnostico, se la dipendenza affettiva non è riconosciuta, lo è invece la personalità narcisista, classificata nel DSM IV (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) fra i disturbi di personalità. Con l'intento di non entrare troppo nello specifico campo psichiatrico, cercherò di descrivere il narcisismo come tratto di personalità, prendendo in considerazione le teorie psicodinamiche che ne descrivono cause e conseguenze. Come per la dipendenza affettiva, è necessario premettere che la differenza tra narcisismo sano e narcisismo patologico è molto difficile da cogliere. Il modo migliore per identificare le forme patologiche del narcisismo è osservare la qualità delle relazioni interpersonali: una tragedia che affligge queste persone è la loro incapacità di amare.
Tendenzialmente il narcisista si presenta come un soggetto affascinante, imprevedibile e seduttivo soprattutto nei primi momenti, salvo poi palesarsi in un altalenare di messaggi contraddittori. L'attività professionale, soprattutto se brillante e autonoma, costituisce l’aspetto predominante della sua vita perché gli dà la possibilità di dimostrare quanto vale. Si aspettano di ricevere approvazioni e lodi per le proprie qualità superiori, rimanendo sconcertati quando non ottengono i riconoscimenti che pensano di meritare e presentando spesso la tendenza a rimuginare circa tale mancanza da parte dell’altro. Hanno una forte tendenza ad usare gli altri per i propri scopi e quando non ottengono ammirazione, mettono in atto giochi di potere per sentirsi più forti seducendo oppure denigrando e accusando chi non li ammira o non la pensa come loro. Allo stesso modo, se si sentono troppo “legati” o se percepiscono l'altro troppo forte, si vendicano colpevolizzandolo e attaccandolo apertamente oppure richiudendosi nel silenzio e nella passività per ristabilire la sua supremazia di potere. Il narciso vuole piacere alla gente, essere ammirato e gratificato, ha una grande capacità di cogliere i punti deboli degli altri e di farli notare.
A causa della radicale inconsapevolezza di sé e dei propri limiti, il narcisista sceglie, senza saperlo, ciò che è male per sé, prende strade sbagliate, considerandole giuste, fa scelte inopportune, credendo di fare ciò che è utile a sé, e per questa grande illusorietà si trova spesso a raccogliere i frutti di una serie di esperienze fallimentari.
I principali studi psicodinamici suggeriscono che, nello sviluppo del disturbo narcisistico di personalità, occupa un posto di primaria importanza l’interazione che si sviluppa tra il genitore ed il bambino; in modo particolare si tratta spesso di relazioni primarie caratterizzate da un'indisponibilità dell'altro a rispondere al bisogno di cure, dunque dall’aspettativa del bambino di essere rifiutato. Tale condizione genera una tendenza ad organizzare la propria esistenza facendo a meno dell’amore degli altri, contando solo su se stesso e mirando all’autosufficienza assoluta.
A partire da tali premesse, è chiaro che per evitare il rifiuto, l'individuo impara a rinunciare a qualsiasi rapporto più profondo svalorizzandolo e contemporaneamente a dissociare gli aspetti del sé percepiti come negativi valorizzando i comportamenti che evitano il rifiuto, tra i quali, all'estremo, la negazione del bisogno.
Tale meccanismo di difesa è descritto dallo stesso Freud come “scissione dell'Io”: in seguito ad un profonda svalutazione del sé, il sé si difende scindendo l’Io in due parti, da una parte un io piccolissimo in cui vengono racchiuse tutte le sensazioni e i vissuti negativi, dall’altra un Io grandissimo, ideale, investito di poteri, competenze sociali e professionali eccezionali, senza limiti, cui tutto è concesso e dovuto. Si sviluppa così una personalità che da una parte ha un “Io Sociale” smisurato, che ha grandi capacità lavorative e professionali ed in grado di realizzare grandi progetti, e dall’altra parte ha un “Io Intimo” piccolissimo, fragile, pieno di paura ed insicurezze che è incapace di amare profondamente e di legarsi stabilmente.
In questa ottica “l’altro” non esiste in quanto altro da sé, ma ha la funzione di specchio in cui il soggetto narcisista può rispecchiare la sua immagine ricevendone conferma della propria “bellezza” e del proprio valore. Pertanto fin quando l’altro rimanda al soggetto narcisista un’immagine positiva ha motivo di esistere, ma nel momento in cui questa immagine comincia a diventare negativa allora “l’altro”, lo specchio, non ha più motivo di esistere e può essere buttato via.
A seconda della gravità e dell’intensità dei vissuti negativi che il narcisista ha sperimentato nella sua prima infanzia ritroviamo una scala che va dal puro narcisismo patologico, ad un narcisismo con forti tratti borderline e quindi con parti dell’io e del sé frantumate, alle psicopatie e sociopatie.

6 commenti:

  1. Ho letto l'interessante articolo... Purtroppo da tanti anni sono coinvolta sentimentalmente con un soggetto che presenta tutte le caratteristiche del narcisista...ed io probabilmente faccio parte della categoria delle dipendenze affettive...insomma una condanna alla infelicità o comunque ad una non piena felicità affettiva. Mi chiedo se esiste un rimedio, una cura efficace al disturbo narcisistico. Per quanto riguarda me, stò lavorando sul mio problema.
    Gradirei ricevere una risposta sulla mia posta elettronica dnicodemo@alice.it Grazie.

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    1. Ho anche io un 'esperienza con un narcisista e ti dico che l'unica soluzione e' quella che ho preso io, l'ho lasciato dopo 4 lunghi anni di agonia.Sto male , ma tanto stavo male anche con lui, ogni giorno era una lenta agonia, godeva nel farmi soffrire, io l'ho amato da morire avrei dato la mia vita per lui, solo che nn potevo piu' accettare di dividerlo con un'altra donna, cosa che lui avrebbe invece portato avanti in eterno.Almeno adesso non sono piu' la sua ruota di scorta, e vado a letto con la mia dignita'!

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    2. Sicuramente hai intrapreso la strada più giusta e più difficile, ma adesso devi occuparti di te guarendo il tuo dolore giorno dopo giorno. Purtroppo anche se si esce da questi rapporti rimane un vuoto enorme che deve essere affrontato e gestito nel modo migliore per portarci, domani, a fare scelte diverse. Ti auguro che il tempo rafforzi la tua dignità!

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  2. Cara Daniela, manderò presto una risposta settagliata all'indirizzo che mi hai lasciato, ma voglio comunque ringraziarti per il tuo intervento. Purtroppo sono molte le persone coinvolte in questo genere di rapporti, ma ammetterlo e cercare una via d'uscita sembra essere il passo più difficile.
    Francesca

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  3. A me invece è capitato di convivere e fare un figlio con una narcisista ambigua ( sembrache le donne narcisiste non esistano , non se ne parla mai , temo per ragioni culturali) . Ci siamo separati dopo anni letteralmente tragici, e a distanza di due anni lei fa ancora i "tira e molla" ai quali io ho ceduto per mio figlio , nella speranza di cambiare ciò che invece pare sinceramente immodificabile : anche quando raggiungi la loro parte buona questi soggetti poi "ritonano in se" ( nel senso peggiore del termine)...il diavolo non lo si estirpa a quanto pare. Che enorme delusione : sono davvero "distruttivi" : distruggono tutto, vite, speranze, gioie, famiglia, ogni cosa....è incredibile come possano letteralmente fare a pezzi le cose piu belle della vita. E'incredibile. A me, ancora inspiegabile...come non si rendono conto mai che sbagliano....pur quando tutto gli e lo dimostra????

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  4. Mi è capitato raramente di imbattermi in un caso di narcisismo al femminile anche se sono assai convinta che, come dici tu, non se ne parli.
    Purtroppo non è così semplice rispondere alle tue domande, posso dirti che devi cercare di vedere la situazione per quello che è realmente e cioè un disturbo di personalità che va trattato alla stessa stregua di una qualsiasi malattia.
    Purtroppo spesso non riusciamo a capire questo semplice passaggio e tendiamo a credere, con i disturbi di origine psichica, che i soggetti coinvolti abbiano il potere di cambiare se stessi e di auto-guarirsi... Come se un giorno potessero svegliarsi, capire che stanno sbagliando e comportarsi diversamente, beh, non è così.
    Devi cercare di vedere il narcisismo come una grave malattia fisica, non è che non si possa guarire, ma ci vuole tempo e metodo e soprattutto non dipende dalla "buona volontà" di nessuno!!
    Sono certa e so bene che sia difficile vivere accanto a queste persone, ma nessuno di noi è il medico adatto (quando coinvolto) per cui l'unica cosa possibile è cercare di salvare se stessi senza lasciarci trascinare nel vortice dei rapporti "malati".

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